Millerismo climatico

ragioni per lo scetticismo che resiste al Millerismo

i ghiacci artici estivi si scioglieranno entro il 2020

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Articolo pubblicato sul New York Times il 19 settembre 2012.

https://www.nytimes.com/2012/09/20/science/earth/arctic-sea-ice-stops-melting-but-new-record-low-is-set.html?_r=1&

La versione sul sito è disponibile per soli abbonati, ma l’articolo è disponibile sulla Way Back Machine

https://web.archive.org/web/20131226103229/https://www.nytimes.com/2012/09/20/science/earth/arctic-sea-ice-stops-melting-but-new-record-low-is-set.html?_r=1&

Al termine del suo scioglimento estivo, il ghiaccio del Mar Artico raggiunge un nuovo minimo che ci porta un avvertimento

di Justin Gillis

Gli scienziati hanno annunciato mercoledì che il drastico scioglimento del ghiaccio marino artico è finalmente terminato per quest’anno, ma non prima di demolire il record precedente… e di lanciare nuovi avvertimenti sul rapido ritmo del cambiamento nella regione.

L’apparente minimo per il 2012 è stato raggiunto domenica, secondo il National Snow and Ice Data Center (Centro Nazionale per i Dati su Neve e Ghiaccio), il quale ha detto che quel giorno il ghiaccio marino copriva circa 1,32 milioni di miglia quadrate, l 24 percento, della superficie dell’Oceano Artico. Il minimo precedente, raggiunto nel 2007, era del 29 percento. Quando il monitoraggio satellitare iniziò alla fine degli anni ’70, il ghiaccio marino nel suo punto più basso dell’estate copriva in genere circa metà dell’Oceano Artico, ma è diminuito in modo intermittente nel corso dei decenni.

“L’Artico è il condizionatore d’aria della terra”, ha detto Walt Meier, ricercatore presso il centro neve e ghiaccio, un’agenzia sponsorizzata dal governo. “Lo stiamo perdendo. Non è solo che gli orsi polari potrebbero estinguersi, o che le comunità native potrebbero adattarsi, cosa che stiamo già vedendo… ci sono effetti climatici più grandi. ”

La sua agenzia ha atteso alcuni giorni prima di annunciare il minimo per essere sicura che il ghiaccio marino avesse iniziato a ricongelarsi, come di solito in questo periodo dell’anno, quando l’inverno si chiude rapidamente nell’alto Artico. Un guscio di ghiaccio coprirà gran parte dell’Oceano Artico nei prossimi mesi, ma è probabile che sia sottile e incline allo scioglimento quando l’estate ritornerà.

Gli scienziati ritengono che il rapido riscaldamento della regione sia una conseguenza del rilascio umano di gas a effetto serra, e vedono lo scioglimento come un avvertimento precoce di grandi cambiamenti in arrivo nel resto del mondo. Alcuni di loro pensano anche che il crollo del ghiaccio marino artico abbia già iniziato ad alterare i modelli atmosferici nell’emisfero settentrionale, contribuendo a maggiori eventi estremi atmosferici negli Stati Uniti e in altri paesi, ma questo non è considerato provato.

Il ghiaccio marino sta diminuendo molto più velocemente di quanto previsto nell’ultimo Rapporto climatico delle Nazioni Unite, pubblicato nel 2007. Le analisi informatiche più sofisticate per quel rapporto suggerivano che il ghiaccio sarebbe scomparso non prima della metà di questo secolo, almeno. Ora, alcuni scienziati pensano che l’Oceano Artico potrebbe essere in gran parte privo di ghiaccio estivo già nel 2020. Ma i governi non hanno risposto al cambiamento con una maggiore urgenza nel limitare le emissioni di gas serra. Al contrario, la loro risposta principale è stata pianificare lo sfruttamento di minerali artici appena divenuti accessibili, compresa perforazione per ottenere più petrolio.

Gli scienziati hanno detto mercoledì che l’Artico è diventato un ottimo esempio del conservatorismo incorporato delle loro previsioni climatiche. Dopo i loro allarmi catastrofici circa le conseguenze a lungo termine dell’effetto serra (heat-trapping) provocato dalle emissioni di gas, molti temono che potrebbero ancora star sottovalutando la velocità e la gravità dei cambiamenti imminenti. In una tavola rotonda di mercoledì a New York sponsorizzata dal gruppo ambientale Greenpeace, James E. Hansen, un importante scienziato climatico della NASA, ha affermato che lo scioglimento dell’Artico dovrebbe servire da avvertimento per il pubblico dei rischi che la società sta correndo perché non riesce a limitare le emissioni.  “La comunità scientifica si rende conto che abbiamo un’emergenza planetaria. È difficile per il pubblico riconoscerlo perché

La preoccupazione più importante è la possibilità di un grande aumento del livello degli oceani del mondo. Il declino del ghiaccio marino artico non contribuisce direttamente a questo problema, poiché il ghiaccio sta già fluttuando e quindi spostando il suo peso in acqua. Ma la scomparsa della copertura del ghiaccio estivo sostituisce una superficie bianca e riflettente con una superficie oceanica molto più scura, permettendo alla regione di intrappolare più calore del sole, il che a sua volta scioglie più ghiaccio. Il calore extra nell’oceano sembra contribuire a un rapido scioglimento della vicina calotta glaciale della Groenlandia, che contribuisce all’innalzamento del livello del mare. Ad un certo punto di quest’estate, la fusione superficiale stava interessando circa il 97 percento della calotta glaciale della Groenlandia, uno sviluppo mai visto prima nell’era delle misurazioni satellitari, sebbene la ricerca geologica suggerisca che è accaduto in passato. Il mare ora sta salendo a un ritmo di circa un piede al secolo, ma scienziati come il dott. Hansen prevedono che questo tasso aumenterà man mano che il pianeta si riscalda, mettendo gli insediamenti costieri a rischio.

Una scienziata al Centro Neve e Ghiaccio, la dott.ssa Julienne C. Stroeve, ha fatto di recente un giro su una nave Greenpeace per ispezionare di persona l’Oceano Artico. Intervistata questa settimana dopo essersi messa in porto sull’isola di Spitsbergen, ha detto che uno dei suoi obiettivi era stato quello di sbarcare sulle banchise e misurarle, ma che era stato difficile trovarne di abbastanza grandi da sostenere il suo peso.

Le banchise erano numerose in alcuni punti, ha detto, ma “quando siamo entrati ulteriormente nella banchisa di ghiaccio, c’erano solo grandi distese di acque libere. ”


Commento

Un articolo un po’ meno allarmista dei precedenti visti finora, considerato che è del 2012 e prevedeva (al condizionale) la fine del ghiaccio estivo artico “solo” per il 2020. Cosa che comunque non gli impedisce di essere classificato tra le profezie smentite.

Per la categoria “inauditismo”, annotiamo l’argomento “uno sviluppo mai visto prima nell’era delle misurazioni satellitari, sebbene la ricerca geologica suggerisca che è accaduto in passato”. Un mite compromesso tra l’ideologia e la realtà, perché ha quantomeno l’onestà di aggiungere che il fenomeno è già accaduto in passato, “sebbene” non sia mai stato misurato con i satelliti. Resta sottinteso il non lieve dettaglio che l’era delle misurazioni satellitari comincia negli anni ’60, un periodo di tempo letteralmente microscopico rispetto alle ere geologiche.

Dunque, ricordiamoci che quando la propaganda allarmista dice “il tale fenomeno non è mai stato registrato prima”, non sta tecnicamente dicendo che non è mai successo, bensì che non è mai successo in un periodo di tempo estremamente recente.


Correlati

https://midwestclimatesummit.wustl.edu/people/justin-gillis/

Pagina biografica di Justin Gillis, autore dell’articolo, sul sito del Midwest Climate Collaborative

https://www.forbes.com/sites/jamestaylor/2013/09/12/remember-all-those-breathy-predictions-about-an-ice-free-arctic-by-2015-nevermind/

Articolo giustamente sarcastico su questa profezia smentita

https://nsidc.org/home

Sito del National Snow and Ice Data Center

https://nsidc.org/research/bios/meier.html

https://web.archive.org/web/20220715112830/https://nsidc.org/research/bios/meier.html

La pagina biografica di Meier è stata cancellata dal sito del NSIDC (perchè?), ma è disponibile una versione archiviata sulla Way Back Machine

https://en.wikipedia.org/wiki/James_Hansen

pagina Wikipedia di James Hansen

https://en.wikipedia.org/wiki/Julienne_Stroeve

pagina Wikipedia di Julienne Stroeve

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